È la storia di un rivoluzionario, l’autobiografia di Leo Lionni: una sequela di «capriole cosmiche», come scrive lui stesso. Questo artista poliedrico ha sperimentato le più diverse forme espressive – grafica pubblicitaria, design, pittura, scultura, illustrazione per l’infanzia, scrittura –, spinto dal bisogno di esplorare le potenzialità narrative delle immagini e del loro intreccio con le parole. Un intento sovversivo che ha mostrato tutta la sua forza dirompente nei libri per bambini, a cominciare da piccolo blu e piccolo giallo (1959), vero e proprio spartiacque nel genere, non solo dal punto di vista formale. «Si dice che per scrivere per i bambini devi essere il bambino, mentre è vero l’opposto. Scrivendo per i bambini, bisogna fare un passo indietro e guardare al bambino dalla prospettiva di un adulto». I bambini reclamano attenzione e serietà, e soprattutto pensiero e tensione ideale. Ad animare ogni scelta di Lionni è infatti un forte senso di responsabilità, cui richiama tutti gli artisti e in primo luogo se stesso. «Sono un pittore che fa anche grafica e scultura», si definisce, e aggiunge: «scrivere è un’altra storia». E tuttavia Lionni si rivela anche scrittore eccezionale. Tra i miei mondi è il racconto, gioioso e amaro, commovente e ironico, di una vita lunga e affascinante. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1997, due anni prima della scomparsa dell’autore, è anche un viaggio nella storia della cultura occidentale del XX secolo, colta attraverso gli occhi di un uomo che ha fatto dello sguardo uno dei principali strumenti di comprensione del mondo: dalla natia Olanda all’Italia della giovinezza, agli Stati Uniti dove sarebbe diventato uno dei più apprezzati e originali graphic designer, fino al ritorno in Italia e al mestiere dell’artista, a lungo sognato e infine pienamente vissuto. Scrivere un’autobiografia si rivela per Lionni illuminante: qui forse intuisce, in pagine intense e struggenti, che è proprio nell’impossibilità di racchiudere l’estrema varietà di un’esistenza artistica entro «spazi rettangolari» che risiede la bellezza di tutta una vita: in questa sua natura indisciplinata, in questo suo indomito sottrarsi alla compiutezza, fino alla fine.